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PSICOLOGO
Dr. Silvio Di Micco
 

LINGUAGGIO DEL CORPO & COMUNICAZIONE NON VERBALE

Non possiamo farne a meno...coscientemente o no, comunichiamo con gli altri interagendo. Viviamo attraverso il nostro comportamento e ci esprimiamo attraverso il rapporto con gli altri: siamo talmente in interazione che una qualsiasi modificazione di ciascuno di noi comporta una modificazione di tutti gli altri.

Le nostre azioni, le nostre reazioni, le attitudini e quindi i nostri comportamenti sviluppano delle relazioni e così, comunichiamo in mille modi e maniere: parlando, stando in silenzio, indicando, sgranando gli occhi , portandoci le mani sul viso o chinando la testa .

Uno stesso messaggio o una stessa "reazione" possono assumere significati diversi se espressi in un certo ambiente o in un altro, in un contesto socio-culturale piuttosto che in un altro. Ma quanto si è consapevoli di questi processi?

Per poter comunicare è necessario che si verifichino alcune condizioni di base, senza le quali la comunicazione sarebbe impossibile.

 

La prima condizione perché vi sia comunicazione è che almeno due soggetti entrino in contatto tra di loro in modo anche indiretto, come ad esempio attraverso una lettera o come si può entrare in comunicazione con un poeta leggendone un componimento.

Per quanto riguarda la seconda condizione, nella comunicazione devono esistere dei messaggi che devono essere trasmessi da un soggetto "mittente" ad uno o più soggetti "destinatario". Se non esiste nessun messaggio da trasmettere non esiste nemmeno la comunicazione.

Terza condizione: la terza condizione è che esista un codice comune tra i due o più soggetti che permetta la comprensione del messaggio. Se ad esempio due persone vogliono comunicare attraverso la comunicazione verbale ma parlano due lingue diverse non potranno mai trasmettersi messaggi perché non li capirebbero, non verrebbero decodificati.

Quarta condizione: deve esistere dai soggetti la volontà di comunicare, cioè la volontà di parlare e di ascoltare, di trasmettere e di ricevere messaggi. Se non esistesse questa volontà si comunicherebbe con il nulla.

 

La comunicazione non verbale è “ agita” per mezzo del corpo, attraverso:

 

•Gli atteggiamenti posturali 

•La mimica facciale 

•La gestualità 

•La gestione della distanza dagli altri (prossemica)  

•I segni paralinguistici (il tono e più in generale la modulazione della voce) 

 

 

Per quanto riguarda il viso, esso è il più importante canale della nostra espressività e utilizza tra segnali volontari ed involontari. Prima della mimica facciale, già la conformazione stessa e i lineamenti rappresentano un insieme di segnali efficaci in quanto involontari. Alla base vi è la sensibilità degli esseri umani verso i tratti infantili. Il fatto che questo tipo di lineamenti susciti tenerezza e simpatia è stato efficacemente utilizzato dai disegnatori della Walt Disney. 

 

Gli atteggiamenti posturali sono invece, il modo con cui gli individui si muovono e occupano lo spazio e costituiscono un insieme di segnali analogici attraverso cui essi manifestano la propria personalità e i propri stati d’animo. 

 

La prossemica è l’insieme di regole in base alle quali gli individui gestiscono lo spazio che li circonda quando si trovano insieme agli altri. Lo spazio prossemico all’interno del quale si muovono gli individui è costituito da sfere concentriche virtuali aventi come centro il corpo.  

La prima, più vicina, riguarda lo spazio intimo (50 cm). Essa è carica di valenze affettive e psicologiche, e solo le persone a noi più vicine possono accedervi senza che ciò possa essere considerato una minaccia (disagio relativamente modesto di ritrovarsi in un ambiente molto affollato, in cui il proprio spazio intimo viene involontariamente invaso, oppure in ascensore). 

La seconda è la sfera personale che segue lo spazio intimo e finisce a circa un metro di distanza dal proprio corpo. Possono accedervi le persone che hanno confidenza con noi, ma non quanto quelli della sfera intima. La terza è la sfera sociale, all’interno della quale teniamo le persone con cui non abbiamo rapporti affettivi (colleghi, conoscenti). 

La quarta è la zona pubblica che è la distanza oltre la quale un soggetto parlante tende a tenere un pubblico relativamente numeroso (insegnante in aula, conferenza).  

I segnali paralinguistici sono invece, tutte le componenti della produzione vocale che danno forma al nostro modo di parlare: tono, ritmo, pause.

Infine, la gestualità. Essa ha una forte connessione con il linguaggio verbale. 

Mentre parliamo, le nostre mani sono costantemente impegnate in movimenti più o meno ampi e veloci che accompagnano l’emissione vocale e i contenuti espressi a livello “ numerico”, accentuando certi passaggi, esplicitando stati emozionali interni, simulando oggetti e situazioni. 

L’intensità di tali movimenti varia naturalmente da individuo a individuo, ma è influenzata in maniera rilevante anche dalle pratiche culturali presenti presso i diversi gruppi  umani. 

 

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