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Dott. Silvio Di Micco - Psicologo dello Sport

Il trend in negativo di Stadi e Spettatori


Sempre più spesso siamo certi di osservare stadi semi-vuoti durante le partite di calcio. Ciò indebolisce non solo lo spettacolo dell'evento ma anche il brand delle società sportive.

Quali sono le componenti critiche?

Dati recenti del Centro Studi F.I.G.C indicano come il numero complessivo di spettatori presenti negli stadi italiani per incontri di calcio professionistico - comprendendo anche le competizioni internazionali per club - è stato pari a quasi 15,1 milioni. In termini di affluenza media per partita, il dato più alto si registra per la UEFA Champions League (44.240), seguita dalla UEFA Europa League (24.545) e dalla Serie A (21.586). Gli spettatori aggregati dei campionati professionistici italiani proseguono il trend di crescita già evidenziato nella precedente stagione. Nel 2014-2015 il numero complessivo era pari ad oltre 13,3 milioni, in crescita dell’1,8% rispetto al 2013-2014 e dell’8% in confronto al 2012-2013. Nonostante questo positivo incremento, la situazione continua a rimanere disastrosa: il riempimento medio della capienza supera il 50% solo in Serie A, per poi scendere al 41% in Serie B e al 24% in Lega Pro.

La Top Division italiana continua a mostrare dei dati fortemente penalizzanti nel confronto con le altre best practice europee, tanto che il numero complessivo di posti rimasti invenduti ha superato gli 8,4 milioni, rispetto agli appena 1,3 della Top Division tedesca e agli 1,4 di quella inglese. Lo scenario appena descritto si connette alla notoria arretratezza degli impianti calcistici italiani, per quanto riguarda in particolare il profilo infrastrutturale e il livello dei servizi offerti. L’età media degli impianti italiani passa dai 64 anni della Serie A ai 68 della Serie B, per poi scendere ai 59 della Lega Pro.

La percentuale di posti coperti raggiunge il 77% in Serie A, mentre in Serie B e Lega Pro risulta inferiore al 35%. La presenza di impianti che utilizzano fonti rinnovabili di energia continua a rappresentare un’eccezione (dal 25% della Serie A fino al 5% della Serie B), e la percentuale di stadi che possono essere utilizzati per fini alternativi oltre alle partite di calcio supera il 50% solo in Serie A (dove raggiunge il 69%).

I punti vendita per attività commerciali, risorse fortemente valorizzate nei principali campionati esteri, si riscontrano solo nel 27% dei casi in Serie B e nel 45% in Lega Pro, mentre in Serie A l’incidenza raggiunge il 69%.

Da queste rilevazioni risulta non solo l'arretratezza strutturale dei nostri stadi Italiani - che incide fortemente sull'afflusso di spettatori - ma soprattutto poca progettualità e pianificazione a livello di marketing, servizi offerti e innovazione.

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