C'è tempo «fino a novembre, dicembre, sei mesi prima dell'inizio della prossima stagione». Il commissario di Lega, Carlo Tavecchio, ha annunciato con queste parole il rinvio dell'asta sui diritti tv del calcio per il triennio 2018/21.
Alcuni dati divulgati dal Dipartimento delle Finanze, Direzione studi e Ricerche Economico-Fiscali e F.I.G.C possono esserci utili per dare un'occhiata alle tasche delle Società di Serie A.
Quali sono i pro e contro dei ricavi televisivi?
Nel corso degli anni il calcio professionistico ha saputo attirare significativi investimenti da parte delle emittenti radiotelevisive (+11% nell’ultimo quinquennio). Allo stesso tempo, l’eccessiva dipendenza dai diritti media (43% del totale dei ricavi complessivi) comporta uno sbilanciamento rispetto alle altre tipologie di ricavi caratteristici su cui i club del nostro Paese dovrebbero concentrare l’attenzione, al fine di ridurre il gap con le altre maggiori nazioni europee e garantire maggiore solidità al sistema.
I ricavi da biglietteria e abbonamenti mostrano un trend variabile nel corso delle ultime stagioni, dovuto in particolare ai risultati ottenuti dai top club nelle competizioni internazionali, con un apice del +5% .
I ricavi derivanti dai botteghini in occasione delle competizioni europee incidono per il 13% dei ricavi da gare (80% è riconducibile a gare di campionato mentre il restante 7% è relativo a gare di Coppa Italia).
Una contrazione , -14% rispetto al 2010-2011, si registra invece nei ricavi da sponsorizzazioni e commerciali che caratterizza, in particolare, la minore capacità del sistema di attrarre investimenti da parte di aziende (a livello nazionale e internazionale), aventi l’obiettivo di valorizzare il proprio brand attraverso il calcio (seppur considerando la possibilità per i club di disporre di più di uno sponsor di maglia). Particolare attenzione va posta anche ai ricavi derivanti dalle operazioni di calciomercato (16% del totale). Nel corso degli ultimi 5 anni le plusvalenze provenienti dalla cessione dei calciatori hanno registrato in ogni caso un leggero decremento (-16%).
Il “rosso” aggregato è cresciuto rispetto al 2010-2011 del 24%. Tale peggioramento è dovuto altresì ai riflessi economici del significativo indebitamento finanziario che le società hanno contratto nel corso del tempo con banche e altre tipologie di finanziatori. Nell’ultima stagione sportiva presa in considerazione solamente 12 società rispetto alle 86 analizzate hanno conseguito un risultato netto positivo (7 società appartenenti alla Lega Serie A, 3 alla Lega Serie B e 2 alla Lega Pro).
E' evidente quindi, che oltre ad attendere una nuova asta, per le società di calcio Italiane sia opportuno rivedere i progetti strategici, ampliando gli orizzonti di pianificazione commerciale per incrementare i ricavi economici.