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Silvio Di Micco

Il linguaggio può influenzare la memoria? Il car crash test



Lo studio è stato condotto dalla psicologa Elizabeth Loftus, esperta di memoria umana e John C. Palmer, psicologo e ricercatore dell’università di Washington. La coppia di psicologi ha voluto dimostrare quali effetti può avere, sulla memoria umana, l’utilizzo di specifici verbi posti all’interno di una domanda. Durante questo esperimento, ai partecipanti, ai quali è stato mostrato un breve video di un incidente automobilistico, è stato chiesto di supporre a che velocità stessero andando le due macchine prima dell’incidente.


Tuttavia, la domanda è stata posta in modo diverso a gruppi diversi di persone. Su 45 partecipanti scelti, a 9 persone è stato chiesto di ricordare a che velocità andassero le due macchine quando si “sono toccate”; a 9 è stato chiesto a quale velocità andassero quando si sono “urtate”; altri 9 partecipanti hanno ricevuto la domanda con un verbo diverso: to bump, ovvero “sbattere”; ad altri 9 è stato chiesto a che velocità andassero quando “si sono scontrate” e, per gli ultimi 9, è stato usato il verbo “schiantarsi”.



Quando è stato chiesto ai partecipanti di dare una stima della velocità delle due auto al momento dell’incidente, quelli per i quali era stato usato il verbo contacted hanno risposto ipotizzando una media di circa 51 chilometri orari. Quelli a cui è stato chiesto a che velocità si fossero “urtate” le due automobili, hanno dato come risposta una media di  quasi 55 km/h. Chi ha ricevuto la domanda contenente il verbo “sbattere”, ha supposto una media di 61 km/h. Coloro ai quali è stato chiesto a che velocità si fossero “scontrate” le due vetture, hanno ipotizzato una velocità media di 63 chilometri per ora. Infine, il verbo “schiantarsi” ha fatto sì che la velocità delle due auto, secondo il ricordo dei partecipanti, aumentasse fino a raggiungere la velocità 65 km/h.


Loftus e Palmer hanno provato a dare una spiegazione: secondo il loro parere, l’essere umano ha difficoltà a ricordare con esattezza quantità numeriche come durata di un evento, velocità o distanze; è per questo che, l’unico modo con cui l’uomo può cercare di superare queste difficoltà è affidarsi all’aiuto della conoscenza linguistica, molto più stabile e attendibile  dell’apprendimento di tipo mnemonico. L’unico modo per cercare di colmare un vuoto causato dalla memoria è, secondo i due psicologi, farsi influenzare, seppur inconsciamente, dal linguaggio.

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